“Camminavo
vicino alle rive del fiume
nella brezza fredda degli ultimi giorni d’inverno.”
E mi trovo come al solito davanti a un bivio. Ho scoperto di essere una professionista, con i bivi, con le biforcazioni. Il solito discorso che vale per tutti, vale anche per me. Se scelgo una strada, mi perdo l’altra. Non si torna indietro. Assolutamente no. Ma io ho trovato un modo. Io sono un genio e ho trovato un modo geniale per affrontare queste situazioni. Con calma, cerco uno spazio tranquillo accanto al sentiero, un po’ d’erba, qualche foglia secca. Perfetto.
Mi sdraio e mi metto a dormire.
Così posso vivere tutto, senza esclusioni, senza rinunce. Senza limitazioni.
Dormo, e mentre dormo sogno tutto quello che poteva essere, sia da una parte che dall’altra. Dormo e sogno, e anche queste sole due parole mi accolgono, e il terreno mi accoglie, e i miei sogni sono sempre a colori ed è il mio mondo, perfetto e illimitato, eterno perché nel sogno riesco a fare quello che non riesco nella vita, ossia fermarmi e non pensare, vivere il momento.
E’ ironico, no?
Riesco a vivere pienamente solo in un succedaneo della vita.
Riesco ad essere veramente viva solo nella sospensione della vita.
Però è un’assuefazione, non se ne può fare a meno.
E quindi chiudo gli occhi, alla fine dell’inverno, e mi sdraio su un prato a sognare.
E quindi chiudo gli occhi, alla fine di questo momento, e mi sdraio sul tappeto a sognare.
Un giorno mi dovrò svegliare, e mi renderò conto che sono ancora al primo bivio della mia vita, che in realtà non ho mai scelto, che in realtà ho solo rimandato un viaggio inevitabile e doloroso (in un modo o nell’altro).
Però ora no, ora dormo. E, soprattutto, sogno di vivere.
Per vivere c’è sempre tempo, no?
No?
[voglio ringraziare Borges per avermi fatto scoprire la bellezza della biforcazione ed Eddie Vedder per aver scritto la canzone più bella del mondo per i titoli di coda di Big Fish]
Non hai mai scelto? E allora scegli, scegli ancora e scegli di Perdere….
cattivissimo commento
No, Ali, un giorno capirai… E’ una “citazione colta” dal cortometraggio… Molto azzeccata, tra l’altro…
ah beh allora, se volete fare sentire una merda me, che cercavo solo di aiutarti , ah beh, allora..grazie grazie…
Non gliel’hai fatto nemmeno vedere? Bell’amica che hai, Alice! Eppure c’ha una bellissima versione personalizzata in cui ringraziamo tutto il mondo meno che lei! 🙂
Ieri sera c’è stata la messa in onda del corto e devo dire per fortuna che il concorso – dopo lo sdubbio della prima serata – si sta qualitativamente risollevando. Noi comunque non solo abbiamo scelto di perdere ma adesso miriamo direttamente al quarto posto, vero Massi?? 🙂
Un tempo nessuno la voleva la medaglia di legno….pensa un pò come sono cambiati i tempi!
la medaglia di legno è la più ambita dai fricchettoni: l’oro è troppo amerikano, l’argento diventa subito nero, il bronzo poi te lo scambiano per una moneta di cioccolato…il legno invece porta con sè tutto un immaginario di boschi, aria pura,contatti con le origini, uccelletti festosi e svolazzanti..Heeeeidiiiii le caprette ti fanno ciaooooooo
Ali, mi sa che 1) non era legno 2) non dovevi fumarti la nostra medaglia!!