Così, improvvisamente, la mia prof. mi ha detto che Joichi Ito era stato invitato a una conferenza in Bicocca, a Milano.
Mi sono fiondata con curiosità e ne è stra-valsa la pena.
Joichi si è rivelato una persona interessante, colta, un abile oratore, veramente capace di attirare l’attenzione e di comunicare, senza annoiare, senza “salire in cattedra”, facendo divertire e riflettere insieme. Cosa non facile, perché ultimamente ho assistito a conferenze o di una noia mortale o di nessuno spessore.
Invece lui ha parlato di Creative Commons, di attività , di reazione, di libertà di parola ma anche, e soprattutto, di pensiero. Fino a poco tempo fa pensavo che le proprie idee andassero nascoste, occultate, difese a spada tratta, perché c’era il rischio che “qualcuno me le rubasse”.
Invece no, ho capito che le idee sono come un dono: qualcosa che si deve dare, appunto, condividere. E allora condividiamo questa conoscenza, condividiamo la creatività .
Ito ha parlato di Creative Class. Effettivamente non ci avevo mai pensato.
Creative Class Rocks!
E’ un termine un po’ inflazionato (i benpensati finti anti-conformisti si appiccicano rapidamente questa etichetta per rimarcare il loro status di liberi pensatori), ma il concetto è davvero esagerato. Un insieme di persone che hanno voglia di pensare e di fare insieme, senza remore, senza “tirchierie mentali”, senza invidie. Una forte contrapposizione a quella Consumist Class (non so se esiste, ma mi sembra l’opposto diametrale) che pensa invece a fare soldi e acquistare.
E’ semplicistico parlare in questi termini, lo so bene.
Ma rende l’idea di come mi schiero io, personalmente.
E’ tutta la vita che cerco di fare quello che mi piace. Ora ho scoperto che c’è una comunità con cui condividere tutto questo, che anzi non aspetta altro.
Alla faccia di chi sostiene che pensare e fare certe cose “non ne vale la pena”, “non serve a niente”. L’umanità non è progredita grazie ai riformisti ancorati ai loro feticci (denaro-potere-protagonismo-successo), ma a pensatori che si sono messi in discussione ogni giorno, che hanno rischiato e hanno anche perso, spesso (“scegli, scegli un’altra volta, e scegli di perdere…”).
Io preferisco rischiare – perdere, magari – piuttosto che vivere nell’ottuso grigiore della paura. Del luogo comune. Della proprietà esclusiva. Dell’isolamento mentale.
No, grazie. Io scelgo CC, e non solo per quello che scrivo, ma per quello che vivo.
Ehy, complimenti per il post!!!
Io sono stato all’incontro della sera precedente, e purtroppo non ce l’ho fatta a bissare in bicocca. Grazie quindi del sunto entusiastico.
Quanto all’incontro cui ho partecipato io, qui trovi due righe ed il link alla registrazione dell’evento: http://www.codewitch.org/archives/2005/03/conversation_wi_1.html
Ehi, grazie a te!
Io esco da poco dal tunnel dell’ignoranza e quindi mi piace sentire nuove voci e conoscere nuove prospettive.
Poi, ripeto, Ito è un ottimo comunicatore, oltre tutto!
Se ti capita di sapere di qualche altro evento simile a Milano, fammelo sapere (e terrò d’occhio il tuo blog)!
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=4251&numero=999
leggiti questo…
che tu sia entusiasta per le CC va benissimo, ma non mitizzare troppo questo Joichi Ito che secondo me è solo un capitalista che ha capito come recuperare quella fetta di mercato che stanno perdendo.