Le persone perfette mi fanno schifo.
Odio quel loro modo di essere, perfette, senza sbavature, sempre al loro posto, sempre a loro agio.
Odio chi sceglie, e qualunque scelta faccia, è sempre soddisfatto, è sempre la scelta migliore, è sempre la cosa più bella.
Odio le persone perfette tanto quanto odio la mia dannata imperfezione.
Le mie macchie sulla pelle.
Le mie giornate senza senso.
I miei pensieri sconnessi.
La mia sindrome premestruale.
Odio la perfezione perché mi ricordo, ogni giorno, di quanto sono fragile e terribilmente inutile.
Di quanto dovrei scomparire in un alone di polvere magica, in stile Final Fantasy, e invece no, resto qui, con tutta la gravità del mio corpo, con tutta l’insoddisfazione del mio spirito.
Resto qui piena di progetti aperti, ma sempre sola, in un turbine confuso di frequentazioni di cui farei a meno.
Odio la perfezione e odio me stessa perché sono intransigente, sempre, con tutti, soprattutto con gli altri.
Oggi mi odio in modo particolare, perché oltre a me stessa metto sul banco anche gli altri, quelli a cui voglio bene, e tiro le somme, e divento giuria.
E mi faccio schifo, a notte appena iniziata, perché scrivo sfoghi e non racconti, perché penso alla vita e non all’arte, perché resto immobile e non so creare.
Voglio uscire da questa dannata attesa e tornare a respirare e a uscire.
Voglio smettere di vivere divisa.