Far East 2009 – Takut: Faces of Fear

Takut: Faces of Fear

Ogni anno sappiamo in anticipo che l’Horror Day del Far East si chiama così non perché proiettino film dell’orrore, ma perché i film sono orribili. Si salvano, di solito, le proiezioni serali delle 20, 22 e mezzanotte, in cui i film in effetti sono fatti ad arte per farti saltare sulla poltrona.
Ma alle 16 di pomeriggio, “Takut: Faces of Fear”, film a episodi girato in Indonesia, era effettivamente come ci aspettavamo: terrificante e raccapricciante e non in senso buono.
A partire dal filmato iniziale in computer grafica, chiaramente privo di una direzione artistica, in cui appaiono un’accozzaglia informe di stereotipi del terrore (insetti, sangue che cola dalle pareti, mostri informi che divorano donne, uova (???), stanze fatiscenti, e così via, il tutto ovviamente BRUTTO), passando per le storie inconcludenti e banali, arrivando agli attori che, eccezion fatta per qualche bella gnocca, erano tutti indonesiani bruttini, bassi e inespressivi, il risultato del film era un insieme di sei episodi di cui solo l’ultimo, “Dara”, si poteva definire veramente di qualità .
Uomini che si fanno spaventare dalle nipotine, ragazze destinate a essere la reincarnazione di stocazzo (nel senso che non si capiva da chi e perché venivano possedute), zombie famelici con la plastilina rossa in faccia (giuro), guardoni a cui vengono strappati gli occhi (sì, è uno spoiler, spero che non lo vediate mai).
Solo “Dara”, dicevo, merita una menzione speciale. La storia non è particolarmente originale (bella donna gestisce un ristorante. Come tutti sanno, la carne migliore è quella umana. Lei, essendo gnocca, se la procura invitando sventurati maschi nella sua magione ed eviscerandoli con una sega elettrica, prima di smembrarli con cura), ma la protagonista, la regia, la fotografia, alcune interessanti trovate gore rendono il tutto godibile e diverse spanne al di sopra degli altri cinque corti.

D’altra parte, lo ripeto, l’horror day non è mai un granché. Ma mai dire mai. E poi ieri, tra The Way We Are e Departures sono partiti due 5. Direi che la qualità  non manca. E, per fortuna, c’è anche un po’ di sano e comico horror-pulp.

Voto: 1 su 5
Voto per “Dara”: 3 su 5

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