Sottotitolo: ma perché adesso anche i giappi cominciano a copiare Hollywood?
Per la precisione: è un film di Hong Kong, prima che mi si accusi di essere una razzista che non coglie le differenze tra cinesi, coreani e giapponesi.
Il film è il remake dichiarato di “Cellularâ€: una donna viene rapita e, magie delle magie, riesce a rimettere insieme il telefono fisso nella baracca in cui i rapitori l’hanno rinchiusta (telefono che è stato, ovviamente, preso gentilmente a martellate) e a chiamare il solito padre di famiglia fallito che dovrà aiutarla e salvare lei, tutta la sua famiglia e, possibilmente, anche resuscitare qualche antenato morto. Classificato come film d’azione, questo film potrebbe benissimo essere considerato fantascienza, anche solo per la scena in cui una donna – D-O-N-N-A – rimette insieme, con le sue mani fresche di manicure, un telefono ridotto così a brandelli che nemmeno Mac Gyver avrebbe potuto resuscitare. Il film è – se è possibile utilizzare questo gergo altamente tecnico – una merda totale, in cui il protagonista ha un’unica espressione (brutta) e indossa degli orrendi occhiali di scena che dovrebbero servire a fargli guadagnare la simpatia del pubblico. Tra bambini rapiti, fratelli che scoprono complotti, cellulari di ogni forma e dimensione, due scene restano impresse:
1- inseguimento in auto (una Kaa verde) in cui l’eroe dimostra di essere l’erede di Damon Hill e affronta gimcane di strade e sottopassi con una nonchalance impressionante. Noia mortale, in realtà , perché è tutto già visto e rivisto, tranne la scena che chiude l’inseguimento in cui la Kaa sfonda un camion di coca cole giappe (sì, di Hong Kong, va bene) e si impiglia in una rete fino a fare un giro di 180° che mi ha strappato una risata sincera
2- la scena nel negozio di cellulari in cui il protagonista riscatta tutte le persone bistrattate da chi vende mercanzia rara e preziosa come i caricabatterie (???) terrorizzando un commesso arrogante di 13 anni che ci prova con una che potrebbe essere sua zia. In generale, però, telefonatissima.
Il finale è trascinato e, in meno di 5 minuti, si risolvono tutti i problemi di tutti. I cattivi muoiono, i buoni trionfano e vegnono salvati, l’eroe viene riscattato agli occhi di tutti e, ovviamente, lui e la “principessa della Telecom†si innamorano. Una merda, come ho già detto. Alla fine ci aspettavamo che arrivassero anche Gandalf, Frodo e Bilbo di ritorno dai Porti Oscuri per dare inizio al sequel de Il Signore degli Anelli.
Durata complessiva dell’agonia: 110 minuti. Ma, come osserva argutamente Giacomo, il problema del film, in realtà , è uno solo: dura 110 minuti di troppo.
Voto: 1 su 5