Buddah Mountain
Cina, Li Yu, 2010, 101’
Film retorico e molto prevedibile sul dolore, sulla morte, sul passato e sul futuro, nonché sul confronto tra due generazioni che vivono e affrontano la sofferenza in modo diverso. La vicenda ruota intorno alla vita di tre giovani spiantati e la loro padrona di casa di mezza età ed è ambientato a Chengdu, teatro del terribile terremoto del 2008. Il film parla della “ricostruzione†delle vite di questi quattro personaggi, sconvolti non dall’evento naturale ma da più banali drammi familiari: la morte di un figlio, il rapporto disastrato con genitori alcolizzati, succubi, inesistenti, le difficoltà della vita quotidiana. Nonostante questo sia un film che parla di dolore, perdita, morte, tutte tematiche che, alla lunga, suscitano una reazione più cinica che compassionevole in chi guarda, è interessante l’accenno al sentimento di fratellanza dei tre protagonisti. D’altra parte, a ben pensarci, da quando è stata introdotta la “politica del figlio unicoâ€, in Cina è difficile sapere davvero cosa siano un fratello o una sorella. Forse sarebbe stato meglio concentrarsi proprio su questo sentimento di fratellanza tra i personaggi e non sul cliché dell’amore inespresso, ma possiamo accontentarci: per una volta, almeno, un film cinese non tira in ballo fastidiosi nazionalismi e ipocriti proclami a favore della nazione.
2 su 5