Far East 2018 – Operation Red Sea

Abbiamo passato il pomeriggio aspettando con ansia il blockbuster di Dante Lam, “Operation Red Sea”, caricandoci di aspettative. Mai mi sarei aspettata (ma forse avrei dovuto) di assistere a uno spot dell’Esercito Cinese lungo più di due ore! Il film, realizzato con ben 70 milioni di dollari di budget, è un’accozzaglia di scene d’azione non sempre leggibilissime in cui “Soldati della marina Cinesi=Buoni”. Punto. Non ci si sofferma molto sui “cattivi”, non ci si sofferma molto su cui va salvato e perché: se sei un cittadino cinese, la marina sacrificherà  tutte le sue risorse e i suoi uomini per portarti via, che tu sia l’ambasciatore (e ci sta) o una tizia che non si è ben capito chi fosse (forse sua moglie).

Picco estetico del film: il momento in cui compare il titolo di testa, un’enorme scritta rossa in 3D che emerge dall

e acque del mare, in modo quasi diegetico, lasciando gli spettatori con un “WTF” sospeso a mezz’aria.

Questo tipo di film, al Far East, mi provoca ilarità  nei primi 15 minuti, poi irrequietezza. Mi muovo sulla poltrona, non riesco a tenere ferme le gambe e per qualche strano sortilegio non mi decido MAI a uscire dalla sala. Lo trovo una mancanza di rispetto! La prossima volta, però, in sala non ci entrerò nemmeno per vedere il buon vecchio Dante: con te ho chiuso, amico, piuttosto vado al Visionario!

(Peraltro, Dante si consolerà  della mia assenza, visto che il film ha fatto incassi multi-milionari in tutto il mondo!)

1 su 5
perché non sopporto
gli spot su
“quanto è bella e brava la Cina”

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