Inaspettatamente, alla fine, siamo andati alla Luminara anche quest’anno. Io ci speravo. Sono venuta apposta, ma effettivamente non mi andava di infilarmi tra la folla per vedere i soliti squallidi fuochi artificiali.
E allora, dalle 22.30 alle 23.30 c’è stato il tempo per qualche partita a PES (Derby Milan-Inter, indovinate chi ha vinto) e poi ci siamo incamminati.
Sulle note della Tatangelo, verso mezzanotte, siamo arrivati a Pisa illuminati dai bagliori discontinui dei fuochi. Li abbiamo visti in movimento. Bello. Abbiamo parcheggiato lontanissimo e ci siamo incamminati lungo l’Arno, verso il centro. Ho anche visto le lucciole. E ovviamente le ho inseguite, derisa da tutti.
Quando siamo arrivati è cominciato tutto. O meglio, è finito. La gente defluiva lentamente. Se ne stavano andando tutti. E noi camminavamo In Senso Inverso, proprio come nel romanzo di Dick, quando la festa stava finendo per gli altri, per noi in realtà cominciava.
Aspetti notevoli del partecipare a una festa finita.
L’allestimento resta. Voglio dire, la Luminara è bella perché tutti gli edifici sull’Arno vengono illuminati con piccoli lumini bianchi disposti a cornice delle finestre. Vengono accesi la sera, verso le sette (il momento più emozionante della festa, secondo Massi) e restano accese fino alla mattina dopo. Abbiamo camminato lungo i lungarni per tutta la sera. Beh, non proprio per tutta. C’è stata anche un’allegra, anzi allegrissima, tappa alla Bugia. Abbiamo bevuto cose che voi umani… Finché si trattava di rum e pera o tequila sale e limone restiamo nell’ordinario. Ma quando si passa al Drambuié, qualcuno osa dire che non siamo originali?
“Un due tre, Drambuié”.
In realtà la magia è stata che siamo rimasti da soli, noi quattro, per tutta la notte, a camminare, saltare sulle spallette, chiacchierare, bere, guardare le stelle, guardare l’acqua che rifletteva le luci. Senza nessuno. Senza fretta. Dimenticandoci dello scorrere del tempo. Era come se quello spazio, che solo poche ore prima era stato invaso di persone, fosse diventato tutto nostro. Semplicemente eravamo da soli nella città che si era addormentata dopo la baldoria.
E’ questo che mi piace, delle serate speciali. Restare da sola con qualcuno che può capire, che come me può assaporare. Senza frenesia, senza preoccupazioni.
Pisa mi è sembrata un grande cortile tutto mio, ieri notte.
Alle cinque ci siamo accorti che il cielo stava cambiando colore. Il nero puntellato di lucine stava lasciando il posto a un chiarore diffuso. E poi sono arrivati l’azzurro, il bianco, il rosa, il rosso. Ed era l’alba, così, senza avvertire.
Oggi ho pensato tutto il giorno che sono fortunata ad avere ancora ventiquattro anni e a saper sopravvivere a una notte in giro.
Oggi credo di essere fortunata ad avere intorno delle persone speciali con cui condividere delle notti solitarie e inaspettate.
Domani spero che ci siano ancora giorni così. E notti. E albe.
ma cos’è il drambuiè???
una cosa che ti ubriaca più del rum e pera? più del negroni? più del campari?
Il Drambuié è un liquore che sa di miele e che hai il coraggio di bere solo quando ormai sei già ubriaco e anche se ti danno antigelo non te ne accorgi. Ecco cos’è.
ah, quindi è tipo il Genepy verde elettrico…
Vale solo tu hai avuto il privilegio di assaggiare il Drambuiè con due vigorsol reset nel bicchiere…
Vi odio.
Ecco perché era così dolciastro.
Ma, voglio dire, non è che sono io a essere stortida… Voi, dopo tutto quello che s’è bevuto l’altra sera, ve ne saresti accorti?
compliments per la foto notturna di pisa……..c’ero anch’io alla luminara…piacere.selena