…quella sera ero felice. Quell’ultimo dell’anno passato da Mac Donald con una coda infinita di gente alla cassa e noi due a scriverci bigliettini sul mio quaderno. E poi in giro per Firenze, che non avevo mai visto così viva, così colorata di notte.
Ti devo confessare che mi sono divertita anche quando l’anno scorso eravamo a quella sagra di paese sperduta tra le colline, che da festa si è trasformata in uragano. Ed è stato bello rifugiarsi nel capannone, con una bottiglia di vino rubata a qualcuno, aspettando che smettesse di piovere, che poi però non ha smesso e sei dovuto andare a prendere la macchina sotto l’acqua con un sacco dell’immondizia addosso.
Mi sono divertita quando siamo andati al cinema a vedere quel film, Natural City, e ti eri perso per Pisa e poi hai fatto una corsa e hai preso i biglietti in tempo e mi aspettavi ridendo e gongolando, col cuore in gola, dicendo che andava tutto bene anche se hai rischiato l’infarto. Che poi quel film faceva cagare, tanto per dire.
E’ stato bello quella volta che siamo andati alla comunione di quel tuo cugino sconosciuto, che non sai nemmeno tu come si chiama, e abbiamo pranzato in quel ristorante caldissimo in mezzo ai boschi delle tue parti, e c’erano parenti chiassosi, e io ero vestita di rosso, con la gonna, e faceva un caldo indescrivibile, e continuavamo a bere quel vino bianco delizioso. O era rosso?
Mi è piaciuto anche quando siamo stati in quel parco giochi vicino a Empoli, nel bosco, e ha cominciato a piovere e non c’era nessuno e siamo rimasti sotto quella capanna di legno a parlare per ore, e un po’ ero triste per quello che mi raccontavi, un po’ ero felice perché lo stavi raccontando proprio a me, che significava che ti fidavi.
E anche tutti i progetti che abbiamo sempre fatto, le idee, i colpi di genio, le follie che ci venivano e che ci vengono in mente. Condividere tutto, anche se a volte è difficile, anche se a volte siamo lontani, anche se poi non si realizza niente. A volte anche solo sognare insieme non è niente male.
Forse è per questo che sono triste, in questi giorni di orari perfetti e di tempo scandito e organizzato. Mi mancano i tuoi imprevisti, mi mancano i tuoi ritardi, il tuo essere sempre a fare mille cose insieme, la tua indolenza e insieme il fatto che sai sempre cosa mi piace e come farmi stare bene.
Non è che sei morto, è solo che sei lontano. Ma a volte mi sembra che non ci sia molta differenza.
Per me almeno.
E’ ovvio che tu, essendo vivo, te ne accorgi!
O no?
ciao vale…è bellissimo ql che hai scritto (a parte il commento mortuario…povero ragazzo). mi chiedo se un giorno proverò anche solo la metà di qs cose.
è bello. oddio, immagino sia bello.
brava.