radioAttività a Pisa!

“Parlare di pace e di libertà  di espressione oggi implica una seria riflessione sull’accesso ai circuiti mediatici che veicolano le forme culturali del nostro tempo. Oggi i principali canali di comunicazione sono sempre meno accessibili per gli strati medio-bassi della società  e sempre più subordinati ai meccanismi e alle dinamiche del mercato.”

Ed ecco allora tre artisti-tecnologi (Clemente, Francesca e Gionatan) , armati di buona volontà  e con la passione per la sperimentazione, allestiscono un Workshop, presso la Stazione Leopolda di Pisa, per insegnare a utilizzare queste “tecnologie digitali” di cui tutti parlano per aprire finestre sul mondo, per comunicare. Il tutto all’interno della Biennale del Cinema per la Pace, per parlare con violenza (ma solo mediatica e artistica) del fatto che la violenza (sociale e fisica) sia un’idiozia.
Comunicare è la forma di libertà  primaria. Chi comunica, condivide, crea un patrimonio collettivo, stimola alla riflessione, mette in moto qualcosa. E aiuta ad abbattere, in particolare, quel regime di ignoranza grazie al quale avvengono i soprusi peggiori. Comunicare per essere liberi, per evitare gli scempi di tutti i tipi (anche e soprattutto della guerra, perché no).

“Per questo nasce radioAttività , progetto che intende recuperare il fascino di un medium come la radio ed integrarlo con le possibilità  oggi offerte dalla rete Internet.”

Si comincia con lo Sgombero di Radio Alice negli anni ’70, si arriva al Manifesto Futurista La Radia di Marinetti, passando per “La guerra dei mondi”, radiodramma di successo riproposto in italiano da studenti della scuola d’arte di Carrara.
E’ una finestra per ascoltare, ma anche per proporre: i gruppi emergenti, gli amatori, gli appassionati… Chiunque, potenzialmente (con pochi mezzi e poca esperienza) può allestire una WebRadio e parlare col mondo.
Non male, no?

2 thoughts on “radioAttività a Pisa!

  1. E’ stata una grande iniziativa, divertente e accolta positivamente. Per me, lontana, è stato un piacere ascoltare una radio diversa, pensare che è una radio “possibile” e che chi l’ha fatta si è divertito e, insieme, ha comunicato qualcosa!
    Probabilmente (lo spero proprio) si ripeterà, magari senza aspettare la prossima Biennale della Pace!

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