Nostalgia.
Quando il sole tramonta così, come di sbieco, e fa freddo, tanto freddo, e le luci intorno sembrano tutte luci di Natale.
Nostalgia di mio nonno, e di sapere che non sarò mai come lui, che non vedrò mai i deserti di notte da soli, non sarò mai un’esule, non avrò mai storie di guerra da raccontare e una pelle abbrustolita dal sole che non passa per tutta la mia lunga e curiosa vita.
Nostalgia di quando guardavo le stelle nel campo qui di fianco, dove ora c’è una villetta, ma non ho nostalgia del campo, ho nostalgia delle stelle. Non le vedo più come una volta. Perché una volta guardavo il cielo molto di più, adesso invece è solo un coperchio che passa inosservato.
Nostalgia del mio tempo, nostalgia di quando leggevo un libro al giorno o di quando lo facevo e mi bastava.
La crudeltà , la vera crudeltà , è che perdiamo dei pezzi, per strada, e non possiamo più essere com’eravamo in tutte le cose, ma i desideri, il dolore, la gioia immotivata, le lacrime che sgorgano all’improvviso, queste cose non passano mai, e invece di imparare a gestirle meglio non facciamo altro che sentire, ogni volta più forte, ancora immobili come la prima volta che siamo stati empatici, da piccoli, ancora e sempre più disarmati di fronte a un turbine di sensazioni e sentimenti che non saremo mai in grado di gestire.
Nostalgia.
E la peggiore è sempre la nostalgia di tutto quello che non arriveremo mai ad essere. Che non riusciremo nemmeno a immaginare.
Al mio fianco.