Probabilmente in fronte

“Se divento così sparami, probabilmente in fronte.”
Nasce tutto dal fatto che la dislessia della mia migliore amica ci accompagna di soppiatto fin dagli anni del liceo. “Probabilmente in fronte”, che nella mia mente da sempliciotta doveva essere “possibilmente in fronte” è diventato un ben consolidato modo di dire, tra di noi. Non perché ci teniamo a rimarcare l’errore – visto quanti ne fa, questa mia amica, sarebbe come sparare sulla croce rossa. No, è per ricordarci la comica sfumatura di ironia e sarcasmo che si appoggia sempre sulle nostre vite.
“Probabilmente in fronte” è un modo per affermare, ma nel contempo per ricordarci di quanto abbiamo riso quel giorno di (ommadonnasantissima) ormai 13 anni fa, quando il mitico Manos ci scarrozzava in giro durante la gita in Grecia.

13 anni fa. Scrivere un’espressione del genere significa che sono passati 13 anni da qualcosa che ricordi bene, se poi quel qualcosa è un viaggio all’estero significa che probabilmente eri già  maggiorenne, quindi significa che la vita ti sta svolazzando via di mano. Non che non me ne siano successe di cose, nel mentre. Anzi, se mi metto a fare un elenco puntato, complice anche la mia sindrome da iper-compensazione per il mio senso di inadeguatezza cosmica, sembra che io abbia 45-50 anni. Invece ne dimostro a malapena 25, sono un fiore, la gente ancora mi chiede la carta d’identità  quando dico: 32.
Ne sono successe di cose, ne ho sopportate di frasi dislessiche dalla suddetta amica, ne ho piante di lacrime e ho disturbato molti astanti con le mie risa rumorose, ho messo in imbarazzo quasi tutti quelli che mi conoscono almeno una volta, se non ripetutamente, e in questi giorni stavo riflettendo su cosa ho imparato in tutto questo tempo.
Chissene frega delle cose che impari a fare: contano, ma poi anche no, tanto le sa fare anche qualcun altro. Ho imparato che mi sono auto-rotta le palle di tutto questo approccio “grave” alle cose, che il meglio di me io l’ho dato sempre e solo in poche e circostanziate situazioni, quelle in cui la prendevo sul ridere. Se faccio un riavvolgi-rapido della mia esistenza, in effetti, gli aneddoti principali della mia vita, quelli che mi hanno fatto fare delle svolte, i momenti topici della mia esistenza sono tutti inevitabilmente legati a situazioni comiche, a sbracature poco eleganti, a defaillances imperdonabili, che però mi hanno fatta diventare ogni giorno di più quella che sono.
Pensateci. Sono sicura che vi verrà  in mente almeno una volta in cui avete provato del sano e divertito imbarazzo, passando del tempo con me. In cui il termine “tragicommedia” ha assunto un significato tutto nuovo.
Che poi è anche quello che mi piace da matti dei film orientali: un minuto prima piangi a dirotto, poi ridi e non riesci a respirare, poi piangi di nuovo. La vita è meglio così. La vita era meglio così, ed è solo colpa mia, di una mia noiosissima parte di cuore che è cresciuta storta se mi sono dimenticata di quanto l’ironia ci salverà . Perché è questo il mio motto: l’ironia ci salverà !

Allora, i miei buoni propositi per l’anno nuovo, che per me parte da ieri, sono di riportare badilate di ironia nella mia vita.
Certo, quella mia amica era un ingrediente indispensabile perché l’ironia riuscisse. Ora purtroppo va a bere spritz con amiche nuove e senza di me, ma va bene così, io di lei conserverò sempre quel prezioso regalo che mi ha fatto 13 anni fa, quella formula magica che mi ricorda ogni giorno qual è la strada giusta, quella chiave massonica per la felicità .
Probabilmente in fronte.

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