– Quella volta che ho parlato nell’orecchio di una compagna di classe dicendo che mia nonna era grassa. Poi però sono andata da lei e le ho detto che le volevo bene.
– Il mazzo di carte rosso che ho in una scatola blu, con le napoletane tutte consumate sugli angoli e usate per anni e anni e anni da una coppia di vecchi siciliani.
– Quando una volta mio nonno è sceso e io mi sono spaventata e gli ho risposto male e anche lui c’è rimasto male. E poi gli ho chiesto scusa.
– Quando mio nonno è andato al cinema da solo.
– Mia nonna, con un occhio rosso, l’ultima volta che l’ho vista.
– Quella volta che erano morti e io ho sognato che mi venivano a trovare e io li facevo dormire in camera mia tutti e due.
– Tutti i natali della mia vita in cui ricordo ormai quasi solo che c’erano loro e io mi sentivo così fortunata perché erano con me e non con mio cugino e a ogni anno che passava io mi rendevo conto che la sorpresa non era tanto per me che scartavo i regali, ma per loro che mi guardavano, felici.
– Il fatto che ora odio il Natale perché mi mancano ogni volta di più.
– Il suo cous cous che mai e poi mai lo rifarò identico.
– Le storie che mi raccontava da piccola.
– Quando mi cantava “Volare” di Modugno e mi spingeva in alto, sull’altalena di Acilia. E io me lo ricordo.
– Questo mese di merda, in cui è morta mia nonna ma non mi ricordo nemmeno in che giorno è successo.
Anche la mia in dicembre. Fa male anche dopo anni. Ti abbraccio (e sì è un mese di merda, ma anche no. Forse.)