Normalità

Secondo me vivremmo molto meglio se riuscissimo a liberarci dallo spettro della “normalità “.

Riguarda ogni ambito della nostra vita: i voti a scuola, le abitudini alimentari, gli abiti, le conversazioni, il lavoro. Ci sono cose ritenute normali e altre ritenute strane, diverse, anormali, problematiche, sbagliate, pericolose.

Con un bambino sei sempre sul filo di lana di cosa è normale e cosa no. Fa questo entro questo mese? Si comporta così di notte? Hai già  cominciato a…? Quanto pesa? Quanto è alto? àˆ normale che…?

àˆ inutile negarlo, anche i più convinti di noi, quelli che dicono che faranno di testa loro, quelli che hanno letto fantastilioni di teorie e libri, quelli che hanno avuto già  sei o sette figli, tutti-tutti prima o poi cascano nella trappola della normalità  e cominciano a farsi domande e cominciano a inseguire quella che tutti chiamano normalità  per sentirsi normali, per dirsi normali nelle conversazioni normali che poi faranno con la gente normale.

Io ho deciso, quando è nato Leonardo (anzi, ben prima che nascesse, esattamente al quinto mese di gravidanza, per l’esattezza) che noi – io e lui – ce ne saremmo fregati di cos’era “normale” e che ci saremmo ascoltati a vicenda, capiti, guardati e scoperti tra di noi, lasciando fuori il mondo degli altri, il mondo dei normali. E non perché siamo diversi, anormali, problematici, sbagliati, pericolosi, ma perché siamo speciali. Siamo tutti speciali, solo che poi scivoliamo lentamente e inesorabilmente verso un’uniforme normalità , e a me questo concetto è sempre stato stretto, fin da piccola, quando volevo ordinare l’antipasti come secondo e mi dicevano che non si poteva, quando volevo scrivere sui muri e mi dicevano che non si poteva, quando piangevo per cose che sapevo solo io e mi dicevano che “non era normale”. Io a mio figlio non voglio dire mai che una cosa che fa lui non è normale, anzi. SPERO che faccia tante cose speciali, che le faccia a modo suo, a modo nostro, che le faccia in modo diverso, che le faccia sperimentando, sbagliando e cambiando strada.

Certo, mi metterà  alla prova. Mi mette alla prova già  ora, che non fa niente con consapevolezza, e bastano le innocenti domande degli altri, di quelli che cercano la normalità , a mettermi in difficoltà . Però mi devo ricordare quanto è più divertente essere speciali piuttosto che essere normali. Faticoso, difficile, doloroso a volte, m anche significativo, originale, divertente, inaspettato.

Oggi mi voglio ricordare che la normalità  esiste e non ci piace. Vogliamo l’imprevedibile. Vogliamo essere speciali, a modo nostro. Che magari significherà  anche solo essere normalissimi. Ma lo decideremo noi, non lo faremo perché va fatto, bensì perché ci va.

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