Maurizio Costanzo Sciò

Non è che mi interessi molto di televisione. La considero una causa persa, è una delle solite banalità , probabilmente, ma come si può pensare di trarre qualcosa di positivo e costruttivo da centinaia di trasmissioni fotocopia, ideate in primo (e unico) luogo per convincere la gente che se non compra – se non si mostra – se non è trendy – non esiste. Va bene, il caro Andy parlava di un sano quarto d’ora di celebrità  per ciascuno. Ma a che prezzo? Al prezzo di andare a sviscerare i nostri problemi affettivi-familiari davanti a una tintona imbecille che ci costringe a mettere un microfonino color carne che ci stia ben premuto contro la guancia. Al prezzo di fare di qualunque evento un motivo di inutile spettacolarizzazione, caricata di nullità  e pseudo-valori aggiunti. Bisogna parlare di tutto, bisogna affrontare dalla sana e ideologica prospettiva unilaterale della massa qualunque vicenda. E, ovviamente, bisogna plasmare le menti in modo da convincere, da attirare, da assuefare. Chissà  quante persone non ne possono già  ora fare a meno. Chissà  quanti direbbero “Beh, almeno loro fanno qualcosa”. Sì, benissimo, è vero, “Loro” fanno qualcosa. Fanno schifo, fanno. Tutto quel mondo patinato e in pesoforma della televisione è un’aberrazione estremizzata della società , l’incubo peggiore di come potremmo (e potremo, purtroppo) diventare. Tutto è ipocrisia qualunquista, tutto è vacuità  ben programmata, per far discutere, per far riflettere, ma sempre secondo i sicuri binari socialmente accettabili.
Quando mai si è sentita una campana discorde, in televisione? E, d’altra parte, com’è possibile accorgersi che è tutto uguale? Siamo abituati a questa merda variopinta e col culo sodo, ci sembra che tre opinionisti dei miei stivali che si riuniscono e parlano dello tzunami in Indonesia o del fenomeno della denutrizione facciano cultura. Perché, in realtà , il problema reale è che non sappiamo più cos’è cultura, non sappiamo più cos’è arte e cosa, invece, è spettacolo mangereccio e omni-invasivo, cancro di pixel che ci divora il cervello e ci rintrona e seda ogni giorno di più.

Ed è a questo punto della mia invettiva che sono lieta di annunciare la chiusura di uno dei “capisaldi” del cosiddetto intrattenimento intelligente. Il Maurizio Costanzo Show, finalmente, fa Sciò, e si leva di torno. Certo, gli ospiti della sera diventano semplicemente ospiti della mattina, nessuno resta disoccupato, nessuno resta senza scettro e senza possibilità  di parlare. Figuriamoci. Chiudono le fabbriche e lasciano a casa gli operai, ma in televisione nessuno va mai in rovina (basterebbe, dopotutto, spettacolarizzare la propria sciagura per tornare nuovamente in auge, Pupo docet…). Sicuramente, poi, lo spazio serale sarà  riempito da giovani rampanti e pimpanti che cercheranno di farmi capire che sono un’anti-sociale perché non ho il cellulare alla moda. Che poi, anche essere anti-sociali, ultimamente, va di moda. E’ un casino.
Però comunque è bello poter avere speranza. La fine del Maurizio Costanzo Show, forse, è solo l’inizio. Forse, a breve, finirà  anche San Remo. Certo, forse questa prospettiva è un po’ troppo ottimistica. Però come la gente comune sogna di essere ammessa a Saranno Famosi (NO, Amici di Maria de Filippi, per questioni di diritti d’autore), io sogno che prima o poi tutto finisca, collassando lentamente su se stesso.
Non avverrà  mai. Però magari è un buon inizio per un romanzo di fantascienza…

One thought on “Maurizio Costanzo Sciò

  1. il sito di Tutte Le Mattine di Maurizio Costanzo è una cagata, per quanto tu possa votare il sondaggio rimane invariato!

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