Birth – Io sono Sean. Ah, beh, allora…

[Spoiler. Ma probabilmente non vedrete mai questo nauseabondo prodotto cinematografico]
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Perché comprare costose fruste o bruciarsi le carni con mozziconi di sigaretta? Masochisti del mondo, unitevi e, al solo costo di un biglietto del cinema, potrete farvi più male di quanto non avreste mai pensato.
Ebbene sì, è un film per gente che vuole soffrire. E no, non so parlando di quel tipo di sofferenza interiore, quel rimescolio di viscere e quell’inquietudine che ti lasciano i bei film. No, questa pellicola triturapalle diretta da Jonathan Glazer non ha ragion d’essere.
Non riesco nemmeno a descrivere questo suicidio cinematografico come un incrocio di generi, non riesco ad operare tipo dottor Frankenstein su qualche soap opera o scadente b-movie esoterico sentimentale per creare un fantoccio virtuale che renda l’idea di cosa poteva essere. Una noia infinita, priva di qualunque senso, priva di qualunque pathos, suspance, curiosità . Devo ricordarmi, una volta per tutte, che se il trailer del film mi sembra anche solo minimamente interessante allora il film sarà  una bioata.
E così è stato, appunto.
Una Nicole con inutile capello corto, gambe più secche che mai. Donna di classe (d’altra parte lei lo è anche nella realtà ), appartiene all’alta società  newyorkese ma nonostante ciò si veste come una vecchiaccia di cent’anni, con abiti demodé e colori mortiferi.
Un bambino monoespressivo, poverino, si vede che aveva una paresi.
Un marito morto.
Un pretendente trattato a pesci in faccia da tutti, persino dal bambino con la paresi facciale.
Una trama che si capisce nel primo quarto d’ora, tutta, completa.
Peraltro, mi sentivo anche in colpa: avevo convinto una mia amica, Serena, a venire a vedere proprio quel film, anche se lei non era proprio convinta. Brava, Vale, brava, i complimenti.
Quindi ho passato un’ora e quaranta di film in una lenta, maledetta agonia, da una parte per il senso di responsabilità  che si ha quando si sceglie un film di merda, dall’altra perché le inquadrature infinite sui volti degli attori con musica più o meno inquietante in sottofondo mi hanno fatto quasi impazzire.
Quindi, no, non andate a vederlo.

E sì, il bambino è solo un mitomane che trova delle lettere scritte dal marito morto e si impara tutta la storia e si immedesima e fa finta di essere lui, ma poi alla fine non lo è, però comunque ama Nicole (come non amarla?).

Deprimente.

3 thoughts on “Birth – Io sono Sean. Ah, beh, allora…

  1. No, purtroppo no. Lo mandano in analisi, o qualcosa del genere, ma non fa la fine che si merita.
    In compenso Nicole era un cornuta paurosa (il marito aveva un’amante e la stava per lasciare) ma non lo viene mai a sapere e resta per sempre (anche alla fine, quando si risposa) innamorata del marito traditore.
    Commeno: MAH.

  2. Io avallo una teoria: l’attore che interpreta il bambino è il figlio del produttore. Altrimenti questa roba non si spiega…

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