The Wanderer – U2

I went out walking
Through streets paved with gold
Lifted some stones
Saw the skin and bones
Of a city without a soul
I went out walking
Under an atomic sky
Where the ground won’t turn
And the rain it burns
Like the tears when I said goodbye

Yeah I went with nothing
Nothing but the thought of you
I went wandering

I went drifting
Through the capitals of tin
Where men can’t walk
Or freely talk
And sons turn their fathers in
I stopped outside a church house
Where the citizens like to sit
They say they want the kingdom
But they don’t want God in it

I went out riding
Down that old eight lane
I passed by a thousand signs
Looking for my own name

I went with nothing
But the thought you’d be there too
Looking for you

I went out there
In search of experience
To taste and to touch
And to feel as much
As a man can
Before he repents

I went out searching
Looking for one good man
A spirit who would not bend or break
Who would sit at his father’s right hand
I went out walking
With a bible and a gun
The word of God lay heavy on my heart
I was sure I was the one
Now Jesus, don’t you wait up
Jesus, I’ll be home soon
Yeah I went out for the papers
Told her I’d be back by noon

Yeah I left with nothing
But the thought you’d be there too
Looking for you

Yeah I left with nothing
Nothing but the thought of you
I went wandering

E’ così bello, a un certo punto, smettere di vagare alla ricerca di qualcosa.
E’ ancora più bello capire che stai ancora vagando.
Ma che non sei più sola. Mai più.

Perché Bukowsky

Temo la cirrosi epatica e sono felice
Aveva capito tutto
Ed è morto vecchio di cirrosi anche lui
Perché tutto il resto non ha senso
Se non scrivere parole che non esistono
Mai ringrazierò abbastanza mio padre
per avermi insegnato a leggere

Perché tutto questo mi salva la vita
Le parole mi salvano la vita da sempre
mi tengono ancorata a quello che potrei ancora diventare

Non eri Einstein, non eri niente
ma hai sempre la speranza delle parole
che ci sono e che ti cullano e che sono sempre tue
Anche da ubriaca, anche da sola, anche tra le risate insensate
Parole parole parole
Rotowash
Parole magiche che riportano in vita persone morte
che ti danno da sperare in un paese inabissato nel nulla
Parole assolute che esistono, a differenza di tutto

Io esisto
finché esistono le mie parole

Epifania

Amore.
Si aspetta tutta la vita. Si spera tutta la vita.
Poi ti trovi a King’s Cross, su un treno diretto a nord, con una città  viva e meravigliosa alle spalle, tanta campagna davanti, un computer tra le mani, nuovi amici e nuovi ricordi da conservare.
Dopo tanto tempo, dopo anni, è tornata quella sensazione di perfezione, di equilibrio precario e temporaneo, eppure tanto confortante e accogliente, che non provavo da anni, ormai.

Ho voglia di scrivere, ho voglia di lasciare il segno.
Oggi sono stata di mattina presto al British Museum. Proprio all’ingresso della sezione egizia c’è la stele di Rosetta. Un’enorme pietra nera come la notte con piccole stelle di lettere e geroglifici che la costellano. E m sono commossa. Mi sono commossa davanti a qualcosa che avevo già  visto anni fa e di cui non avevo colto veramente il significato. La base di tutto. L’origine della cultura. La parola scritta.
La parola, capisci? Quello a cui sono più legata da sempre, quello che è lo scopo della mia vita, trovare le parole nuove per descrivere l’emozione, trovare le parole per lasciare il segno.
E lì c’era la stele, zitta, immobile, nera come lo sguardo che getto nel mio cuore e nel mio cervello ogni tanto. E le parole. Le parole, l’unica dote e ricchezza che possiedo, l’unica ragione, l’unica speranza.
Il segno, ecco cosa. Lasciare il segno. E quelli sono segni. Stelle di parole nella notte dell’oblio.
I brividi.
Piango anche ora, mentre ci ripenso, mentre mi rendo conto, perché mi è stata data in dono la consapevolezza, perché ho avuto quello che ho sempre letto nei libri: l’Epifania, la rivelazione, l’illuminazione. Perché non dura per sempre, ma per un singolo istante, questo insignificante istante di attesa, io so, io sono consapevole, io sono io, dentro di me e tutto intorno a me, qui e con te, adesso e nel passato ma soprattutto, finalmente, nel futuro.

Oggi è un giorno importante: mi sento davvero tornata. Sai come nelle culture animiste? Ecco, questo è il momento, questo è l’istante. Questa è la sensazione che torna a farti sentire viva.
Che strano, un normale 2 luglio 2006 diventa il giorno della svolta.
Della partenza.
Come quella che sto vivendo su questo treno inglese diretto verso nord.
Come quella che vivrò nella mia vita per un po’ di tempo, adesso.

Piango, e ho il cuore caldo.
Piango, e la felicità  mi cade addosso sotto forma di gocce di pioggia nuova, che mi lavano via il dolore, il rancore, il rimpianto.
Tutto è nuovo, adesso. Tutto ricomincia.
E io mi sono ritrovata.

“…and how he kissed me under the Moorish wall and I thought well as well him as another and then I asked him with my eyes to ask again yes and then he asked me would I yes to say yes my mountain flower and first I put my arms around him yes and drew him down to me so he could feel my breasts all perfume yes and his heart was going like mad and yes I said yes I will Yes.”

Toxicity

Toxicity in My Life

Oggi è il Bloom’s Day.
Deve succedere qualcosa di speciale.
Negli ultimi anni è stato così.
E stavolta?

“When I became the sun
I shone life into the man’s hearts
When I became the sun
I shone life into the man’s hearts “

Stop Crying Your Heart Out

Alla fine di un bellissimo film.
Alla fine di sette anni.
Bisogna saper lasciare andare le cose e le persone.
Bisogna farsi scaldare dal destino che, per fortuna, ci porta in altrove meravigliosi.
Bisogna smettere di gridare e piangere col cuore, e ricominciare a ridere dei casi, delle coincidenze, del futuro che sta arrivando, del presente che già  c’è.
Non si può cambiare quello che c’è stato.
Possiamo però rimetterci in cammino.
Non avere paura.
Non avere paura.
Non avere paura.
Lo prometto.
Te lo prometto.

“Hold up… Hold on… Don’t be scared
You’ll never change what’s been and gone
May your smile… Shine on… Don’t be scared
Your destiny may keep you warm.

Cos all of the stars are fading away
Just try not to worry you’ll see them some day
Take what you need and be on your way
And stop crying your heart out

Get up… Come on… Why you scared
You’ll never change what been and gone …

Cos all of the stars were fading away
Just try not to worry you’ll see them some day
Take what you need and be on your way
And stop crying your heart out…”

Preghiera

“Stringimi forte
fino a farmi male.
Dammi un amore
senza frontiere,
un corpo pulsante
da venerare.
Tu sei il paradiso
dei sensi e l’inferno
della mente…
Dammi un miscuglio di
amore e sesso.”

L’anticipazione del prossimo numero di John Doe suona come una preghiera che potrei recitare anche io.