Quanta pizza ci vuole per morire?

A volte avere amici lontani dispiace. si deve stare forzatamente lontani, non ci si può vedere ogni volta che si ha voglia, e cose così.
A volte, però, avere amici lontani salva la vita.

Sì, perché grazie ai 300 km che intercorrono tra me e la Toscana, in questi giorni di viaggi e sveglie presto non ho potuto partecipare alla “Sfida Mangereccia dell’Anno”: i Quattro Toscani (Massi, Matte, Natan e Ricca) hanno messo in atto il tanto atteso “Pizza Day”. Dopo un propedeutico digiuno di mezza giornata, infatti, i Magnifici Quattro hanno affrontato una Pizza potenzialmente infinita: ne avrebbero mangiata finché non avessero sentito la morte sopraggiungere. Al contrario di quanto si possa pensare, morire di pizza è possibile, e non ne serve neppure troppa: ne bastano quindici spicchi. Sì, dopo quindici spicchi sopraggiunge morte certa.
Per fortuna, loro si sono fermati prima, anche se questo non ha impedito alla pizza di aggredire i loro intestini, tenui e crassi, e di farli soffrire per una notte intera con tremendi incubi e frequenti visite al bagno…
Il vincitore assoluto della serata è stato Natan (ma Ricca mi ha confessato “L’ho fatto vincere”).
Io osservo la vicenda da lontano, senza compromettermi e senza rischiare la vita.

Però…
Mmm…
Pizza…

Cena da Pillo e Pisa by Night

Uno ogni tanto ci pensa. Diventare vegetariano. Non deve essere male. Probabilmente è davvero possibile vivere tutta la vita senza mangiare carne, senza danneggiare altri esseri viventi e anche se stessi. E allora l’idea di andare in un ristorante che si chiama Taverna di Pillo, sottotitolo “Cucina biologica e tipica toscana” è decisamente stuzzicante. Potrebbe essere un buon modo per cominciare il proprio percorso di salutismo alimentare. Certo. Come no. Peccato che una volta lì, nel menu ci siano piatti invitanti come Fiorentina, Tagliata, Fegatello. Peccato che il menu prescelto sia stato “Tagliolini al sugo bianco di anatra” e “Tagliata con tortino di cicoria e fave”. E peccato che fosse tutto così buono da far rimandare ancora di qualche vita (sì, credo nella reincarnazione e per punizione rinascerò Mucca, che ci posso fare?) i buoni propositi di vegetarianesimo. Se aveste mangiato quello che ho mangiato io, mi dareste ragione.
Poi, per smaltire, siamo andati a passeggio.
Dal Lungarno fino a Piazza dei Miracoli. Una passeggiata infinita, ma era necessaria per evitare di morire di digestione. In compenso, la Piazza di notte ha, come tutti i luoghi pubblici quando non c’è gente schiamazzante e fastidiosa, un fascino tutto suo. piazza_miracoli_notte_small Peccato che io, col mio imbarazzante e incessante singhiozzo, abbia contaminato l’atmosfera surreale e il silenzio notturno…
Per concludere la serata in bellezza, Ricca ci ha fatto una gradevole sorpresa. Ci ha portato a Ponsacco, centro internazionale di cultura e svago giovanile, all’autolavaggio a gettoni. Con tre gettoni abbiamo lavato la Punto. Uno specchio. A parte i vetri che sembravano pelle di leopardo da quanto erano a macchie.
Ecco, dopo tanto tempo, una giornata significativa. E’ che a volte mi dimentico che si può stare così. E in questa terra di zappatori e coltivatori di fave, la Toscana, mi riprendo e torno ad essere una persona “normale”. O meglio, consapevolmente anormale. Forse è una forma mentis da milanese assuefatta al lavoro, la mia.
Ma non diciamo idiozie. Piuttosto, è che anche qui ci sono persone speciali che ti riportano in vita dopo periodi di torpore.
Grazie toscani