Immagine della malinconia

Dialogo surreale

“Beh, dimmi, ad esempio, che forma ha per te la malinconia?”
“Una persona seduta di spalle con le gambe a penzoloni nel vuoto, che guarda l’orizzonte”.

The Image of Melancholy

Surreal dialogue

“Well, for example, what do you think the form of Melancholy is?”
“It is a lonely person, seen from her back, sitting with her legs towards an obscure nothing, looking a far horizon”.

MU – Segretezza della malinconia

E’ ancora acerbo.
E’ ancora, veramente, “in progress”.
Ma questa volta questo ennesimo progetto ipermediale si sta conquistando una forma. Sta prendendo corpo, nelle nostre menti, e tra poco anche nell’etere.

E’ difficile parlare di anti-psichiatria senza nominare il termine.
E’ difficile prendere spunto da quello che ci succede, da quello che ci è successo, senza lasciare che prenda il sopravvento.

Non vogliamo scrivere un’autobiografia stentorea e scontata.
Non vogliamo fare i soliti detrattori del sistema.
Vogliamo – vorremmo – mostrare come la gioia chimica sia solo un’illusione e come, invece, l’equilibrio non sia nella stasi dell’anima, ma nel movimento della nostra tempesta interiore e nell’accettazione di questo movimento, di questa costante e imperitura instabilità .

Quale cornice migliore per mostrare questo scempio se non una città , anzi, La Città , quella che sembra catalizzare e risucchiare tutte le energie dei milioni di persone che ci vivono (anche senza abitarci, a volte) e che annega sotto uno strato di smog soffocante le speranze e il desiderio di vivere una vita piena di sentire.
Ecco di cosa vogliamo parlare.
Di un’anestesia generale di cui non ci accorgiamo più.
Della morte emotiva e dell’impianto di un “microchip emozionale” che dovrebbe sopperire a tutti i nostri bisogni di sensazione.
Ma non è così.
E allora urliamo immagini e testi innocui per dire che può essere diversamente. Che può andare diversamente. Che a volte no, ma a volte sì.
A volte sì.

E forse anche noi, con quest’opera in travaglio, stiamo cercando di ricordarci quanto sia bello sentire tutto, sentire il bene e il male, la leggerezza e lo spleen. Di quanto siano incantevoli le malinconie.
Le nostre Malinconie Urbane.