Far East 2011 – Cyrano Agency

Cyrano Agency

Corea del Sud, Kim Hyun-seok, 2010, 117’

Gentile Mr Kim Hyun-seok,

io capisco che scrivere e dirigere un film non sia cosa da poco e che richieda impegno e concentrazione, d’altra parte mi sento umilmente di consigliarle, la prossima volta, uno script advisor. Lungi dall’essere un’esperta di sceneggiature, guardando il suo film tutto quello che sono riuscita a pensare è: â€œàˆ intelligente, ma non si applica”.

Perché la prima parte di questa commedia romantica, che decisamente non rientra tra i miei generi preferiti, è frizzante, arguta, brillante e mi ha fatto ridere con spontaneità  e sgomitare con i vicini di posto cercando sguardi di intesa.

Poi, però, è cominciata un’ora di agonia, flashback confusi su una storia d’amore improbabile, personaggi vittime della sindrome di Peter Pan che compiono scelte al limite della ragionevolezza, tempi morti, noia totale. E poi, in chiusura, un nuovo colpo di coda e nuove risate. Lo spunto era buono: un The Game per innamorati che vogliono creare le condizioni ottimali per conquistare la propria amata. L’ispirazione era notevole: la vicenda di Cyrano e tutta l’ambivalenza tra l’amore provato e quello espresso. Peccato per tutta quella psicologia da due soldi nel mezzo.

2 su 5 (un’occasione sprecata per un bel 4)

 

Far East 2011 – The Stool Pidgeon

The Stool Pidgeon

Hong Kong, Dante Lam, 2010, 112’

Hong Kong e poliziesco sono un binomio indissolubile. Lam è il supposto maestro del genere. Risultato di questa pellicola: un buono spunto sfumato in una narrazione farraginosa e in personaggi non proprio riusciti. Un ispettore recluta criminali per trasformarli in talpe (gli stool pidgeons del titolo) e arriva a essere ossessionato dai sensi di colpa per la drammatica sorte incontro a cui inevitabilmente li indirizza. Da una parte, c’è la riflessione del potere sullo sfruttamento di vite umane “di serie B”, usate quasi come vermi all’amo per catturare i criminali, dall’altra c’è l’introspezione della talpa che si trova a sodalizzare con i criminali prima di arrivare a tradirli. Tuttavia, il “che te lo dico a fare” di Donnie Brasco ha già  espresso molto meglio questi sentimenti, qui diluiti in insulse sequenze d’azione e confuse sparatorie: i personaggi, da tormentati, verso il finale si trasformano in macchiette e le ottime capacità  recitative di tutti gli attori non riescono a salvare il film da una parabola scontata e banalissima.

 

2 su 5

 

Far East 2011 – The Man From Nowhere

The Man From Nowhere

Corea del Sud, Lee Jeong-beom, 2010, 119’

The Man From Nowhere

Guardo questo film perché lo scorso anno Secret Reunion mi ha restituito la fiducia nel genere spy-action. Discreta pellicola d’azione, senza il meraviglioso approfondimento della psicologia dei personaggi che c’era nel film di Hun Jang, The Man From Nowhere segue le vicende di un sicario che decide di rischiare di compromettersi per salvare la piccola vicina di casa rapita da spietati spacciatori. Deliziosa la bambina da salvare, quasi un personaggio myiazakiano se non fosse per la sua truce vita familiare. Il film intrattiene per un paio d’ore con buone coreografie e un protagonista “easy on the eye” (traduzione: alquanto gnocco, almeno finché ha i capelli lunghi). Un po’ Leon (ma senza lo stesso garbo), un po’ Man on Fire (ma senza la stessa inutile pacchianaggine e lo stesso inutile Denzel).

 

3 su 5

 

Far East 2011 – Buddah Mountain

Buddah Mountain

Cina, Li Yu, 2010, 101’

Film retorico e molto prevedibile sul dolore, sulla morte, sul passato e sul futuro, nonché sul confronto tra due generazioni che vivono e affrontano la sofferenza in modo diverso. La vicenda ruota intorno alla vita di tre giovani spiantati e la loro padrona di casa di mezza età  ed è ambientato a Chengdu, teatro del terribile terremoto del 2008. Il film parla della “ricostruzione” delle vite di questi quattro personaggi, sconvolti non dall’evento naturale ma da più banali drammi familiari: la morte di un figlio, il rapporto disastrato con genitori alcolizzati, succubi, inesistenti, le difficoltà  della vita quotidiana. Nonostante questo sia un film che parla di dolore, perdita, morte, tutte tematiche che, alla lunga, suscitano una reazione più cinica che compassionevole in chi guarda, è interessante l’accenno al sentimento di fratellanza dei tre protagonisti. D’altra parte, a ben pensarci, da quando è stata introdotta la “politica del figlio unico”, in Cina è difficile sapere davvero cosa siano un fratello o una sorella. Forse sarebbe stato meglio concentrarsi proprio su questo sentimento di fratellanza tra i personaggi e non sul cliché dell’amore inespresso, ma possiamo accontentarci: per una volta, almeno, un film cinese non tira in ballo fastidiosi nazionalismi e ipocriti proclami a favore della nazione.

2 su 5

Players @ Far East!

Quest’anno, in realtà , io e Giacomo partecipiamo al Far East come giornalisti di Players, un’ottima rivista online che va assolutamente letta (tanto più che è gratuita – ma non fate i taccagni, donate qualcosa).

Abbiamo così potuto imbucarci nell’esclusiva saletta per la stampa e gli ospiti, rivedere i film che ci siamo persi i primi giorni alle mitiche postazioni a disposizione della stampa e avere un bellissimo cartellino con scritto MEDIA anziché CINEFILI. Niente male, tanto più che possiamo assistere a workshop e interviste ai registi e produttori dei film.

Come ogni anno, posterò anche qui le mie recensioni, però se volete leggerle in anteprima vi consiglio di andare su Players Magazine!

Per le recensioni del Far East, andate qui, ma date un’occhiata a tutta la rivista: merita assolutamente!

Far East Film Festival 2011

Siamo qui da sabato e subito è come essere, ogni volta, in un’altra dimensione. Si riaccende la voglia di sognare, si vedono film che altrimenti non si scoprirebbero mai, si discute, si pensa, si inventa e si scrive. E’, come sempre, la “vacanza” più creativa, un momento per ricaricare le pile del corpo con dell’ottimo cibo friulano e le pile della mente con le insostituibili pellicole del lontano Oriente.

Alla faccia di chi dice che il 13 porta male!