E3

ORE 1,00: Ci sono cascata ancora.
Un’altra volta.
Sono sveglia nel cuore della notte per seguire una conferenza oltreoceano e scoprire cose che potrei sapere con calma domattina. Niente da fare. Quando una è geek e nerd dentro, non c’è davvero niente da fare…

ORE 3,25: meno male che c’era Matteo e quattro ragazzi della conferenza a tenermi compagnia. E’ stato un dramma. Uno sfacelo. A un certo punto Phil ha anche dovuto invocare gli applausi dicendo: “Oh, è finito, applaudite”…
Ho perso una notte di sonno e non c’è nemmeno MGS4.
Ora parlano di Final Fantasy XIII… Vediamo…

Ore 3,30: mi hanno sentito. Trailer di MGS4 con pistola in bocca finale.
Senza parole… Forse non è stato così sbagliato stare svegli finora…

CONTINUA E FINISCE QUI

Raduno di Ring!

Sottotitolo: Il raduno visto dagli occhi di una donna
(sotto-sotto titolo: anche gli essere inferiori, a volte, hanno autocoscienza)
(sotto-sotto-sotto titolo: Paolo Ruffino non c’è e io non lo so)

Bene, mi ci sono voluti due giorni per riprendermi, ma si possono tirare delle ottime somme!
Il raduno è iniziato venerdì.
Venerdì sera, tornata dalla festa di laurea della Fede (per inciso, complimenti per il 110 cum laude), ho cucinato un paio di torte e mi sono preparata una valigia enorme piena di cose inutili e un sacco a pelo.
Sabato mattina, svegliata da Ema che mi chiedeva gentilmente dove cazzo fossi, mi sono fatta una doccia alla velocità  della luce e mi sono fiondata in macchina cantando Se mi lasci non vale e altre varie canzoni di Renato Zero e dei Cugini di Campagna: sapevo che avrei dovuto fare la “Persona di un certo livello” per un paio di giorni, la finta intellettuale con idee pacifiste e di sinistra, quindi ho sfogato il mio spirito vecchio nel tragitto da casa mia a Bergamo.
Il cielo era grigio come al solito, come nei 320 giorni annui di Milano, che a volte ti chiedi se sia esplosa una bomba di qualche genere e nessuno ci abbia detto niente, o se abbiamo oscurato il sole per via della guerra con le Macchine e non ci ha avvertito nessuno (né della guerra, né delle Macchine, né del sole).
Arrivo all’uscita di Dalmine, quella prima di Bergamo, e ammiro i colorati e variopinti stabilimenti atti a riciclare e infilare nel cemento con cui poi verranno costruite le nostre case e gli asili dei nostri figli le scorie nucleari di varie potenze mondiali (noi esclusi, ovviamente). Chiamo Ema, ma ha staccato il telefono. Chiamo Neme, e anche lui non mi caga. Non penso di essere la benvenuta, ma non mi arrendo. Chiamo Gunny che risponde dicendomi di piazzarmi Sul Rettilineo. Io mi piazzo e faccio la terona sgasando col motore come se fossi in formula uno. Finalmente arrivano, se no finivo la benzina.
Neme non ha gli occhi bianchi, ma mi fa lo stesso paura. Prima mi inchino, mi inginocchio e solo dopo oso guardarlo negli occhi. Ema è bonario come sempre, mi dico almeno lui mi difenderà . Gunny mi raschia via metà  faccia con la sua barba, e sghignazza della mia bassezza e dei miei polpacci prospicenti. Già  lo odio. Gatsu e Amano aboliscono le formalità  e non scendono dall’auto. Li saluterò dopo, davanti a un GS, proprio mentre mi rendo conto che quella troia di mia sorella mi ha rigato la fiancata della macchina. Non dico niente a nessuno perché nessuno crederebbe che è stata mia sorella. E invece è così.
Facciamo la spesa, cominciamo a parlare di cose imbarazzanti, tipo i preservativi Profilattex2000 esposti alla cassa (mio dio, gravidanza+malattie veneree a go go), poi ci dirigiamo da Ema, affamati e curiosi di vedere che succederà .
La casa di Ema è sempre la stessa. Accogliente, pulita, ma soprattutto TELEVISORE: una bestia da 50 pollici (che non ho mai capito se era un’esagerazione o davvero la sua misura, ma sono femmina, scusate) collocata in una nicchia perfetta, lì, pronta a spararti negli occhi immagini di frag, di paesaggi, di bestiole o di La Fattoria. Quando nessuno mi vede la lecco un po’, poi mi inginocchio e fingo di pregare verso la Mecca, finché Gunny non mi scopre e cerca di uccidermi con una sedia in testa.
Ema cucina. E’ un gran cuoco, ha provveduto ai nostri bisogni alimentari in modo più che egregio, lavando peraltro centinaia di stoviglie che riuscivamo a sporcare a tempo record. A tavola mi siedo vicino a Neme, perché ormai è un’abitudine, mi aspetto che qualche cameriere passi e mi chieda se ho bisogno di aiuto, ma non passa nessun cameriere e soprattutto non ho bisogno di aiuto… Parliamo di massimi sistemi, di vitamortemiracoli, e risultano subito chiari gli schieramenti: Ema è moderato, tranquillo e sicuramente pacifico. Amano (cazzo, non avevo ancora parlato di Amano: personaggione di tutto Respect. Mi accorgo solo dopo due giorni che ha 30 anni e gli dovrei dare del Lei per il fatto che è un genio del giapponese ma soprattutto per il filmato delle marmotte. D’altra parte, a Halo 2 fa schifo quanto me, quindi questo pareggia le cose). Amano, dicevo, tranquillo in placida contemplazione. Ogni tanto sentivo un rantolo, ma credo dipendesse dalle sue innumerevoli allergie (che alla fine non mi ha enumerato) (comunque nella torta salata c’erano davvero peli di gatto, per me sei guarito). Gunny e Neme i due radicali della violenza e della distruzione, morte e sangue ovunque, razzie e genocidi per spopolare la terra e vivere meglio (se semplifico troppo ditemelo). E infine io, giovine dalle belle speranze, fiduciosa nel mondo e nell’amore, nella fratellanza e nell’egualità  degli individui. Tempo poche ore proporrò lo sterminio di massa, la possibilità  di votare solo dopo aver superato un esame e mimerò con perizia il passo dell’oca continuando a sostenere che sì, dobbiamo amarci tutti, che siamo tutti uguali, ma qualcuno è più uguale di qualcun altro.
Comunque.
Cala la penombra e arrivano Musta e Manuela, che mi salva dall’essere l’unica donna del gruppo (la bambola gonfiabile non conta), e infine Lux, che resterà  con noi fino al pomeriggio di domenica integrandosi alla perfezione nel clima di seghe mentali sul tutto. Resterà  basito dalla mia irruenza e dal mio parlare e mi osserverà  con occhi strabuzzati per metà  del tempo, pensando che forse ho qualche bioinnesto cerebrale mal riuscito…
Con Manu si parla di Rocco, cani, gatti, argomenti vari che non ricordo, mi fumo una dozzina di sigarette di nascosto sul balcone e cerco invano di leggere un numero di Ushio e Tora gentilmente concesso (insieme a tutta la raccolta) da Ema. Il detto Ema si addormenta in posizione innaturale contro murodivano nell’angolo sinistro, io salto sui piedi di Gunny che da buon vecchio trevigiano cercava di dormire disteso per quasi due metri sul restante divano, poi ho un vuoto di memoria e mi ritrovo al ristorante. Ovviamente guido io, perché con 15 uomini sulla cassa del morto doveva arrivare una ragazzina a fare da autista. Meno male che mi piace guidare.
Al ristorante ci sono anche degli amici di Ema, caciaroni e Ordaioli (ed erano TANTI, veramente TANTI. Io e Gunny, miseri Ally, ci siamo sentiti sopraffatti. Alla fine li ho rabboniti dicendo che ho un Warlock Non Morto livello 7 e che mi unirò a loro finché morte non ci separi. Sono fuggita dopo aver rollato need su cose che non mi servivano ed essermi attirata ulteriormente la loro ira). Mangiamo, chiacchieriamo, Neme viene giustamente guardato con sospetto dalle famigliole medioborghesi della zona, ma ormai ci siamo abituati, anzi, lo amiamo proprio per questo. Io mi faccio il mio solito inutile giro al cesso, osservando i giardini zen e cercando di rubare, senza successo, un posacenere e un piatto di gamberetti.
Tornando a casa, nella sobrietà  più assoluta, la mia macchina composta da Me, Ema, Amano e Gunny recita ed evoca pezzi salienti del Grande Lebowsky, ricordandoci che alla fine imparare le poesie a memoria alle elementari non serve a un cazzo, ma il Grande Lebowsky sì.
Salutiamo Musta e Manu che tornano a casa, e una volta a casa anche noi ho un altro vuoto e mi ritrovo a correre in mezzo a un prato, corro corro e salto e non riesco a sparare, alzo l’arma , figa dov’è quella merda di grilletto. Sento una voce. Qualcuno sta cantando. E’ Gunny. Non faccio in tempo a rendermene conto che vengo fraggata. E ancora. E ancora. Tre frag in meno di 20 secondi. Ecco dove sono, cazzo. Ho strappato di mano ad Amano il controller del xBox 360 collegata con rocambolesca creatività  al xBox tradizionale e ho OSATO sfididare l’uomo dai 100 frag in meno di un’ora.
L’unico che gli tiene testa è Ema: lo fragga 6 volte tra indicibili dolori e irripetibili bestemmie. Ma la classe non è acqua e Ema ammette “Gunny è bravo”.
Dopo i primi 50 frag a 6, Gunny non si ferma: tocca a Neme e a me farci valere e vendicare l’amico Ema e l’amico Amano caduti in battaglia.
Esito: 50 frag a 0. Per Gunny.
Tempo medio di vita mio: 0.59 secondi.
Tempo medio di vita di Neme: 0.49 secondi.
Gunny va un attimo in bagno.
Dopo cinque minuti è sega.
I più deboli ci abbandonano e dormono. Noi stoici ci guardiamo qualche episodio di Futurama, salvo collassare sul pavimento alle sei del mattino in sacchi a peli di colori a dir poco discutibili. Dormo fino alle 11 con il sole in faccia perché nessuno ha osato abbassare la tapparella. Gatsu dice che ho emesso flatulenze notturne, e non mi sento di smentire questa voce, ma nemmeno di confermarla. Saranno stati i comunisti.
Facciamo colazione con una delle mie due torte, una crostata di simil gomma che tutti mangiano ben educatamente pensando che sia chewingum e invece no. Ci guardiamo un pezzo di film di MGS Philanthropy, fino quando Amano, che era l’unico a non averlo visto, se ne va. Mi mancherà . Anche perché dopo aver scoperto che sa il giapponese mi sembra una specie di semi-dio.
Bacio Lux salutandolo calorosamente, con pacche sulle spalle e Ci vediamo presto. Scopro che tornerà  dopo 10 minuti e mi sento un’idiota.
Il pranzo scorre tranquillo, ma ricominciamo rovinosamente a parlare. BlaBlaBla, parliamo di diversamente abili e segno un punto a mio favore convincendo Neme dei superpoteri dei ciechi. Gunny bofonchia qualcosa sul medio oriente, ma io ho disattivato il chip transvocale LinguaDiGunny-Italiano e non capisco un cazzo. Gli chiedo di parlare in inglese, che è meglio, ma non funziona comunque. Annuisco energicamente e controbatto dicendo che gli uomini si devono amare, ma che sono un’antisociale e sterminerei 9/10 della popolazione mondiale. Ci rendiamo conto, io Neme e Gunny, che la pensiamo allo stesso modo e scorrono lacrime di gioia.
Alle 19 di domenica, dopo una scorpacciata incredibile di paroleopereomissioni, dopo milioni di scoperte (da parte mia), dopo centinaia di risate, di pensieri, di comesistabene insieme, è ora di ripartire. In questo momento, la rivelazione: una bandiera della lazio sullo schermo mi ricorda un Grande Assente. Paolo Ruffino non c’è. E me ne accorgo per tempo. Dopo solo 22 ore.
(Res non c’è nemmeno lui, ma Gunny dice che non esiste e che non mi devo preoccupare).
Portiamo Gunny in stazione e lo lasciamo lì, in balia delle ferrovie. Non arriverà  mai a casa.
Torno a casa cantando a squarciagola Fotoromanza ed Esatto di Francesco Salvi. Sento che sono carica di energie per mesi, dopo questo incontro.
I miei mi vedono tornare e allertano i carabinieri: falso allarme, quelli di internet non erano maniaci. Mangio cibo che non ricordo e svengo nel letto alle ore 21.50. Mi risveglio dopo 12 ore di sonno, senza nemmeno farmi la doccia schizzo in Università , dove tutti mi chiedono perché sorrido così. Io non so cosa rispondere. Forse l’emozione di essere pwnata. Forse il confrontarsi con Gente di un Certo Livello, una volta ogni tanto, forse non so.
Ma sorrido. E sorrido ancora.
E aspetto il prossimo raduno.

Chuck Norris rulez

Chuck Norris in World of Warcraft
Questo post è dedicato al mio amico Max, che per primo mi ha trascinato nel mondo ipertrofico e iperbolico del mitico Chuck Norris.

Segnalo l’originale Chuck Norris Facts, ma anche l’amabile Roundhouse Kicks.

L’immagine è un omaggio alle mie passioni del momento: Chuck Norris e World of Warcraft.
Se Chuck Norris giocasse a World of Warcraft avrebbe una sola mossa: il calcio rotante. E nonostante questo, sarebbe un livello 90 e ownerebbe tutti. Anche il gioco.

Molleindustra e Persuasive Games

Se vi volete fare due risate giocando a qualche amabile giochino in flash (o anche no) e nel frattempo sensibilizzarvi sulle delizie del nostro sistema socio-economico, fate un salto sui siti della Molleindustria e di Persuasive Games.
La parola d’ordine è “activism” (o, come lo chiama Tatiana Bazzichelli, “hactivism”).
Sperimentate l’alienazione lavorativa con Disaffected, la parodia della schiavizzazione dei dipendenti di un Kinko FedEx store, imparate a parlare come il Papa con “Papaparolibero” (Molleindustria) e convincete stuoli di fedeli a seguervi ciecamente nei vostri insulsi dogmi, contrastate l’ignoranza italiana portando avanti comunque la sperimentazione sulle cellule staminali con “Embrioni in Fuga” (Molleindustria), tuffatevi nel “Simulatore di Orgasmi” e date il vostro meglio (almeno qui) (Molleindustria) o vivete una giornata nell’alienazione dell’operaio della catena di montaggio, il tanto tenero quanto sfigato “Tamatipico”.

Per chi pensa che i videogiochi sono solo “roba da ragazzini”…
Cioè, in effetti lo sono.
Ma non c’è prova concreta che gli adulti siano meno idioti dei ragazzini.
Quindi giocate.

World of Warcraft is a feeling…

Azeroth campagna notturna
Sottotitolo: who needs a social life?

Ecco dov’ero finita. Ad Azeroth.
Ebbene sì, dopo mesi in cui ho cercato di ignorare il fenomeno, sono finalmente passata al “Mondo Vero”, quello dove le regole sono uguali per tutti, dove ci sono chilometri e chilometri di lande, terre e città  da esplorare. Dove sono una bellissima Maga di nome BlueAradia e tutti sono gentili, ci si aiuta a vicenda, ogni tanto mi fanno anche un incanto di protezione senza che io chieda nulla.

Insomma, è un posto fantastico. Soprattutto, quando muori, poi rinasci. Sempre. Basta ricongiungersi al proprio corpo. O al limite si chiede a quella gnocca dello Healing Spirit di resuscitare.

Questa sono io, con il mio bellissimo gatto Silver Tabby (è innocuo, ma una volta dopo aver sconfitto frotte di nemici, gli ho intimato “Bravo gatto, mangia il cadavere”) e la mia Christmas Reindeer. Ne vado fiera, devo dire, dei miei due famigli. Silver Tabby mi segue sempre, è un gatto d’acciaio e, tra l’altro, assomiglia di brutto a Pico.
La Christmas Reindeer è un po’ più fragile, spesso la lascio a casa, ma è d-e-l-i-z-i-o-s-a!

La maggior parte del tempo la passo seguendo l’addestramento da Mago. Apprendo sempre Spell nuovi, mi sto specializzando nelle magie arcane ed è bellissimo padroneggiare gli elementi, dal fuoco al ghiaccio. Una delle cose che mi piace di più dell’essere Mago è la possibilità  di creare dei portali per viaggiare da una città  all’altra. Così, in un secondo, mi ritrovo da Ironforge a Stormwind e, quando finalmente sarò livello 30, potrò anche arrivare alla lontana Darnassus, capitale degli Elfi della Notte.

Viaggiare è bellissimo. Si può correre e osservare il paesaggio, ma ancora più spettacolare è attraversare le terre dell’Alleanza e dell’Orda con il Grifo. Si passa davvero al di sopra delle valli e degli stagni, delle terre fertili e di quelle sventrate dal fuoco, del bene e del male.

A volte ho paura, come quella volta che mi sono ritrovata inconsapevole a passeggiare per le Arathi Highlands e, sovrappensiero, mi sono addentrata a Stormgarde Keep, rischiando di essere uccisa da esseri abominevoli, nascosti nell’ombra dei muri e delle rovine della Rocca.
Altre volte, invece, mi sono sentita un Dio, e dopo la vittoria ho banchettato con arroganza accanto ai corpi dei nemici uccisi

Ma, come al solito, il bello è condividere. E allora una notte in cui non riuscivo a dormire, il mio simpatico amico Krelian, un Nano Cacciatore che ride sempre sguaiato e spara a tutto ciò che si muove, esploratore di montagne e amante del pericolo, mi ha portato sulle vette innevate intorno a Dun Morogh e mi ha condotto per una lunga passeggiata in cui abbiamo osservato tutto il mondo dall’alto.
Abbiamo corso lungo distese innevate, su cui nessuno aveva mai messo piede, ci siamo fermati a osservare tutto dal picco più alto, abbiamo contemplato, per la prima volta, le montagne da loro pari, alla loro altezza, emozionati e senza parole davanti alla Searing Gorge, abbiamo avuto freddo, sì, freddo e, infine, siamo morti, insieme, caduti da un picco troppo alto per i nostri corpi, ma non abbastanza scosceso da bloccare la nostra curiosità .

Ieri, invece, ho passeggiato da sola, pensierosa, su quanto sia difficile “sentire” in modo sincero in un mondo finto, che ci circonda sempre, che conosciamo da sempre e in cui, però, non ci siamo mai sentiti a nostro agio, e quanto sia meraviglioso e inaspettato “sentire”, e tanto, in un mondo nuovo, che si può visitare a sprazzi, quasi come un sogno. Nuovo e più reale del reale, a volte. Concreto, quasi tangibile, che arriva a popolare le nostre notti e i nostri giorni, che arriva ad essere i nostri giorni e le nostre notti.

Domani, invece, parto. E vado dall’altra parte del mondo. E’ emozionante avere così tanto da scoprire. E’ emozionante sentirsi liberi di poterlo fare.

MGS Philanthropy – Rinascita

MGS Philanthropy rinasce, con un sito e un team tutto nuovo.
L’obiettivo del progetto è quello di realizzare un lungometraggio ispirato alla serie di Metal Gear Solid.
Giacomo, l’ideatore, è riuscito a mettere insieme una squadra eterogenea, composta da persone appassionate, con tanta voglia di fare e con competenze diverse… Nel mio piccolo ho dato una mano anche io.

Il 28 novembre sarà  possibile scaricare il Prologo, “The White Land at the Edge of the World”…
Tenete d’occhio il sito web (e, se volete, partecipate al progetto)!