Certo, non è che spostarsi di 300 chilometri sia l’impresa più ardua mai affrontata da essere vivente, ma è comunque sempre una bella avventura.
La fase 1 è stata: impacchettare tutto e trasportare l’essenziale. Ora stiamo aspettando l’imbiancatura della casa nuova e l’attivazione di linea telefonica + internet (per chi ci conosce, sa che possiamo stare 3 mesi senza gas, ma non 3 giorni senza internet).
Venerdì prossimo cominceremo la pulizia/il rimontaggio/la sistemazione di quello che per ora giace in una cantina a Villorba, e che è la prima parte dei nostri miseri averi.
Per metà maggio avremo trasportato il resto (tra cui Bravia) e, speriamo, avremo acquistato un letto e un divano.
A giugno arriveranno il tavolo e le sedie per la sala da pranzo, nel mentre mangeremo stile giapponese.
Casino? Confusione? Panico? Affatto. La verità è che è ormai un anno che viviamo “in appoggio” tra la nostra Mansarda e la gentile ospitalità veneta, per cui questa ultima fase “confusa” per noi è come vedere la luce in fondo al tunnel. Avremo un sacco di scatoloni, ma è l’ultima volta, almeno per un po’. Qualche anno, ecco. Mentre prima era ogni mese.
E poi, sarà l’aria di primavera, sarà la casa nuova, sarà un po’ tutto, ho una gran voglia di fare, di lavorare, di montare, smontare, tradurre, scrivere e tutto il resto.
Da venerdì prossimo, chiunque voglia venire a trovarci (portandosi un sacco a pelo) è il benvenuto.
Da giugno, potremo invece ospitare fino a 6 persone comodamente. Ebbene sì. 6 persone comodamente. Mica poco, no? Su consiglio di quella sciamannata dell’Alice, probabilmente, faremo una festa di inaugurazione intorno al solstizio d’estate, quindi tenetevi liberi intorno a quella data e, se vorrete, potrete venire a scoprire la nostra casetta di pietra, sassi, mattoni e legno che per i prossimi anni ospiterà le nostre idee, i nostri sogni, il nostro da fare e chiunque vorrà venirci a trovare.