Far East 2011 – The Man From Nowhere

The Man From Nowhere

Corea del Sud, Lee Jeong-beom, 2010, 119’

The Man From Nowhere

Guardo questo film perché lo scorso anno Secret Reunion mi ha restituito la fiducia nel genere spy-action. Discreta pellicola d’azione, senza il meraviglioso approfondimento della psicologia dei personaggi che c’era nel film di Hun Jang, The Man From Nowhere segue le vicende di un sicario che decide di rischiare di compromettersi per salvare la piccola vicina di casa rapita da spietati spacciatori. Deliziosa la bambina da salvare, quasi un personaggio myiazakiano se non fosse per la sua truce vita familiare. Il film intrattiene per un paio d’ore con buone coreografie e un protagonista “easy on the eye” (traduzione: alquanto gnocco, almeno finché ha i capelli lunghi). Un po’ Leon (ma senza lo stesso garbo), un po’ Man on Fire (ma senza la stessa inutile pacchianaggine e lo stesso inutile Denzel).

 

3 su 5

 

Far East 2011 – Buddah Mountain

Buddah Mountain

Cina, Li Yu, 2010, 101’

Film retorico e molto prevedibile sul dolore, sulla morte, sul passato e sul futuro, nonché sul confronto tra due generazioni che vivono e affrontano la sofferenza in modo diverso. La vicenda ruota intorno alla vita di tre giovani spiantati e la loro padrona di casa di mezza età  ed è ambientato a Chengdu, teatro del terribile terremoto del 2008. Il film parla della “ricostruzione” delle vite di questi quattro personaggi, sconvolti non dall’evento naturale ma da più banali drammi familiari: la morte di un figlio, il rapporto disastrato con genitori alcolizzati, succubi, inesistenti, le difficoltà  della vita quotidiana. Nonostante questo sia un film che parla di dolore, perdita, morte, tutte tematiche che, alla lunga, suscitano una reazione più cinica che compassionevole in chi guarda, è interessante l’accenno al sentimento di fratellanza dei tre protagonisti. D’altra parte, a ben pensarci, da quando è stata introdotta la “politica del figlio unico”, in Cina è difficile sapere davvero cosa siano un fratello o una sorella. Forse sarebbe stato meglio concentrarsi proprio su questo sentimento di fratellanza tra i personaggi e non sul cliché dell’amore inespresso, ma possiamo accontentarci: per una volta, almeno, un film cinese non tira in ballo fastidiosi nazionalismi e ipocriti proclami a favore della nazione.

2 su 5

Players @ Far East!

Quest’anno, in realtà , io e Giacomo partecipiamo al Far East come giornalisti di Players, un’ottima rivista online che va assolutamente letta (tanto più che è gratuita – ma non fate i taccagni, donate qualcosa).

Abbiamo così potuto imbucarci nell’esclusiva saletta per la stampa e gli ospiti, rivedere i film che ci siamo persi i primi giorni alle mitiche postazioni a disposizione della stampa e avere un bellissimo cartellino con scritto MEDIA anziché CINEFILI. Niente male, tanto più che possiamo assistere a workshop e interviste ai registi e produttori dei film.

Come ogni anno, posterò anche qui le mie recensioni, però se volete leggerle in anteprima vi consiglio di andare su Players Magazine!

Per le recensioni del Far East, andate qui, ma date un’occhiata a tutta la rivista: merita assolutamente!

Far East Film Festival 2011

Siamo qui da sabato e subito è come essere, ogni volta, in un’altra dimensione. Si riaccende la voglia di sognare, si vedono film che altrimenti non si scoprirebbero mai, si discute, si pensa, si inventa e si scrive. E’, come sempre, la “vacanza” più creativa, un momento per ricaricare le pile del corpo con dell’ottimo cibo friulano e le pile della mente con le insostituibili pellicole del lontano Oriente.

Alla faccia di chi dice che il 13 porta male!

Il trasloco soft

Certo, non è che spostarsi di 300 chilometri sia l’impresa più ardua mai affrontata da essere vivente, ma è comunque sempre una bella avventura.

La fase 1 è stata: impacchettare tutto e trasportare l’essenziale. Ora stiamo aspettando l’imbiancatura della casa nuova e l’attivazione di linea telefonica + internet (per chi ci conosce, sa che possiamo stare 3 mesi senza gas, ma non 3 giorni senza internet).

Venerdì prossimo cominceremo la pulizia/il rimontaggio/la sistemazione di quello che per ora giace in una cantina a Villorba, e che è la prima parte dei nostri miseri averi.

Per metà  maggio avremo trasportato il resto (tra cui Bravia) e, speriamo, avremo acquistato un letto e un divano.

A giugno arriveranno il tavolo e le sedie per la sala da pranzo, nel mentre mangeremo stile giapponese.

Casino? Confusione? Panico? Affatto. La verità  è che è ormai un anno che viviamo “in appoggio” tra la nostra Mansarda e la gentile ospitalità  veneta, per cui questa ultima fase “confusa” per noi è come vedere la luce in fondo al tunnel. Avremo un sacco di scatoloni, ma è l’ultima volta, almeno per un po’. Qualche anno, ecco. Mentre prima era ogni mese.

E poi, sarà  l’aria di primavera, sarà  la casa nuova, sarà  un po’ tutto, ho una gran voglia di fare, di lavorare, di montare, smontare, tradurre, scrivere e tutto il resto.

Da venerdì prossimo, chiunque voglia venire a trovarci (portandosi un sacco a pelo) è il benvenuto.

Da giugno, potremo invece ospitare fino a 6 persone comodamente. Ebbene sì. 6 persone comodamente. Mica poco, no? Su consiglio di quella sciamannata dell’Alice, probabilmente, faremo una festa di inaugurazione intorno al solstizio d’estate, quindi tenetevi liberi intorno a quella data e, se vorrete, potrete venire a scoprire la nostra casetta di pietra, sassi, mattoni e legno che per i prossimi anni ospiterà  le nostre idee, i nostri sogni, il nostro da fare e chiunque vorrà  venirci a trovare.

Cose belle da fare

Tra le cose belle da fare prima di morire ci sono:

  1. la pizza fatta in casa, perché le cose semplici sono anche le più gustose.
  2. una passeggiata nei boschi sotto la pioggia, solo per il gusto di sentire i rumori e per tornare a casa bagnati fradici.
  3. lavorare con passione, perché è il vero segreto per dormire sereni come bambini.
  4. avere tanti progetti e sogni per il futuro.

 

Oggi sono fortunata, perché ho tutte queste cose insieme, accompagnate da una sorta di tranquillità  serafica che mi deriva da una strana consapevolezza, uno stato di grazia raro e stuzzicante che mi fa presagire belle cose, per una volta, e non fantastilioni di inesistenti tragedie imminenti.

Oggi è una bella giornata per sentirsi in armonia.